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E’ un libro sconcertante su quello che era il modus operandi di un criminale statunitense con ispirazioni repubblicane che uccideva ragazze splendide! Era così potente nell’ingannare le giovani, che esse venivano caricate sulla sua automobile instancabilmente, per poi essere uccise in luoghi diversi per ognuna. Erano gli anni ‘70, anni pieni di cambiamenti,le ragazze e i ragazzi vestivano col pantalone a zampa e proprio queste vesti, soprattutto quelle delle donne, erano la mania di Ted Bundy! Era un bugiardo sadico che attirava con tecniche precise! Il resto lo lasciamo ai lettori Da li a oggi le cose non sono cambiate! I problemi di oggi sono quelli di ieri! La giustizia non ha mai trionfato e se trionfa lo fa sempre alla fine! Ted Bundy è stato definito dagli psichiatri AESTETICH, cioè attratto dall’estetica femminile!
La Rule è la regina incontrastata del true-crime, stile letterario che in un Paese come gli USA trova terreno fertilissimo. L’autrice ha le competenze e l’esperienza diretta per riuscire a creare uno schema narrativo che, amalgamando splendidamente freddi verbali di polizia, ruvida cronaca giudiziaria e attente introspezioni sui personaggi, rende la lettura avvincente, nonostante l’inquietudine che genera una vicenda realmente da incubo. Assolutamente da leggere, nonostante qualche lungaggine di troppo sul finale.
Bellissimo libro avvincente, ti tiene col fiato sospeso ad ogni pagina…Si legge in pochissimo tempo tanto è bello
La storia di Ted Bundy è senz’altro interessante,e questo libro la riporta in maniera dettagliata…però che noia! Il racconto è molto giornalistico,la Rule si ripete e divaga di continuo,la narrazione è piatta,monocorde. Specialmente la prima parte è pesante,intere pagine di elenchi di tutti gli investigatori che hanno partecipato alle indagini,anche i capitoli sulla sparizione delle ragazze sono prolissi,ricchi di particolari di scarso interesse che appesantiscono la lettura. E poi la Rule non è questa grande esperta di serial killer,il profilo psicologico di Ted è giusto abbozzato,rispetto a gente come John Douglas o Roy Hazelwood(veri esperti dell’analisi della mente criminale) la Rule rivela la sua vera natura di mediocre giornalista.Inoltre il libro è molto incentrato(forse era prevedibile) sul rapporto dell’autrice con Bundy,ma non so quanto questo sia significativo in relazione ai crimini da lui perpetrati.In conclusione se volete leggere un libro su un serial killer «Nella mente del serial killer» di John Douglas o «Jack all’inferno» di John Leake sono sicuramente opere migliori di questa e di più piacevole lettura.Peccato perchè sono sicuro che un altro autore avrebbe potuto trarre ben altro da questa vicenda.