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è il secondo libro di questa autrice che leggo. e mi è piaciuto tanto come la metà di niente. le 5 donne hanno cercato di ribellarsi alla consuetudine dei tempi, a non soccombere alla loro famiglia e alla loro terra, ma è piu una lotta interiore.a tratti è molto triste ma poi in altri diventa una piacevole avventura corale. il finale ti lascia un pò l’amaro in bocca, ma non è per nulla scontato. sicuramente da leggere. ben contestualizzato.
Catherine Dunne offre storie di donne legate ad un mondo altro rispetto al nostro,reltà in cui la soria di una civiltà trova espressione nelle sue protagoniste che non si ribellano mai alla loro soria,anche se spesso qualcuno decide per loro.In questo testo vedo confermata l’analisi effettuata,a suo tempo,da Joice:la paralisi,il timore di modificare ciò che apparentemente sembra scritto per qualcuno,la difficoltà per un irlandese,legato in modo viscerale alla propria terra e a tutto ciò che ad essa si lega,di realizzare «una vita diversa».Nulla da eccepire,forse l’autrice avrebbe potuto sviluppare meglio il finale.
E’ STATO GRADEVOLE LEGGERLO SPECIALMENTE NEI NUMEROSI PUNTI IN CUI L’AUTRICE E’ RIUSCITA A CREARE VIVACI «QUADRETTI» CON UNA CAPACITA’ DESCRITTIVA SORPRENDENTE.
Un libro da donne … che si vogliono annoiare!!!! Fortissamente sconsigliato al genere maschile!!!!! E pensare che stavo cercando qualcosa che parlasse dell’Irlanda del secolo scorso … mi è passata la voglia!!!!