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E’ un libro che fa discutere. E di questi tempi non è poco. Ho saputo che un noto critico riferendosi ai protagonisti del romanzo ha detto: «Non leggono libri, non parlano di cultura, ecc.». Lasciando intendere che la realtà sia molto diversa da quella descritta nel romanzo. Secondo me, invece, il libro fa luce su uno spaccato giovanile che realmente esiste. Persone che si lasciano risucchiare nel vortice del «divertimentificio
un libro davvero molto sexy! Complimenti all’autore… mi sono immedesimata un sacco in Allie, un personaggio profondo e complesso. Gioia
Mi chiamo Alessia Del Mondo e sono una ricercatrice dell’Università Bocconi di Milano. Ho letto il romanzo inchiesta di Indini lanciandogli una sfida. Ho voluto vedere se il giornalista riusciva a romanzare una problematica tanto difficile. Credo proprio che ce l’abbia fatta. L’ho addirittura inserito in un mio lavoro di sociologia aziendale sui giovani che si affacciano al mondo del lavoro. Leggendo la parte di inchiesta posta in cosa al libro, si nota come l’autore si riuscito a pieno a trasporre la realtà nella finzione. Credo si tratti di un ottimo lavoro di ricerca. Indini ha una buona penna, ma non si limita a incantare. E’ un libro che consiglio ai più giovani per inviatrli a fare autocritica. Ma lo consiglio soprattutto agli adulti invitandoli ad uscire dal proprio guscio e provare a mettersi in discussione. Sarà difficile, ma lo spero. Alessia Del Mondo
Un libro illeggibile, perché scritto male e perché senza idee, solo ipocrita e pervaso da un senso di superiorità dell’autore (direi quasi democristiana) nei confronti di comportamenti biasimati e mai approfonditi. Indini si barcamena in una descrizione dettagliata quanto superficiale di una Milano che ha già fin troppa visibilità - una città ricca, menefreghista e spendacciona - dando facili conferme a chi vive di stereotipi alla Studio Aperto. Non mi sorprende che l’autore scriva sul Giornale.