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Mi avvicino a questo terzo libro di Cooper passando per Troie e Frisk, e resto intorpidito da un vago senso di noia. Non insensibile alla violenza, nel suo grottesco modo di guardare il sesso, quanto tediato da un suo unico, monotono modo di raccontarla. Non si percepisce il passaggio da un romanzo all’altro, da una violenza alla successiva. D’accordo lo spaccato su un certo mondo, alterato e volutamente grottesco, filtrato da disagio, rabbia, e allucinazioni, ma non passa alcun messaggio. Mi dispiace ma a tratti ogni considerazione sembra fine a se stessa, puro esercizio di disgusto, pure gocce di sperma su un foglio, nulla più. Cooper merita di certo una lettura, ma -e me ne prendo la responsabilità- credo una sua opera possa di gran lunga sintetizzarne il pensiero. In quest’ottica Ziggy è di certo l’opera maggiormente completa e capace di evidenziare certe realtà border line.
Forse non ero del tutto pronto al contenuto altamente disturbante del libro, ove le pulsioni più sfrenate ed aberranti prendono corpo e voce nel testo. Sono rimasto quindi molto perplesso e sopratutto mi sono posto la domanda se il libro non era un sottile gioco commerciale od una denuncia di un mondo che vuole e esibisce troppo…. Lascio sospesa la risposta. Lettura consigliata a persone molto disinibite.