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Adesso basta. Lasciare il lavoro e cambiare vita. Filosofia e strategia di chi ce l'ha fatta

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Titolo: <strong>Adesso basta. Lasciare il lavoro e cambiare vita. Filosofia e strategia di chi ce l'ha fatta</strong></br></br>
Autore: <strong>Simone Perotti</strong></br></br>
Editore: <strong>Chiarelettere</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2014</strong></br></br>
EAN: <strong>9788861906419</strong></br></br>

<p>Ne abbiamo abbastanza. Lavorare per consumare non rende felici. Lo sappiamo tutti, ma come uscirne? Cambiare vita da soli sembra una scelta troppo faticosa. Addirittura impossibile. Invece no. Il downshifting ("scalare marcia, rallentare il ritmo") è un fenomeno sociale che interessa milioni di persone nel mondo (complice anche la crisi). Ma non si tratta solo di ridurre il salario per avere più tempo libero. Simone Perotti propone qui un cambio di vita netto, verso se stessi, il mondo che ci circonda, le abitudini, gli obblighi, il consumo. La rivoluzione dobbiamo farla a partire da noi, riprendendoci la nostra vita per essere finalmente liberi. Come ha fatto l'autore, che racconta la sua esperienza entrando nel merito delle conseguenze economiche, psicologiche, esistenziali, logistiche. Dire no non basta per essere felici. L'insicurezza economica cui andiamo incontro è anche un'occasione per ripensarci.</p>
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Sono sempre stato affascinato dall’idea che <strong>cambiare vita</strong> dipenda esclusivamente dalle nostre azioni e che esista almeno un’azione che possiamo fare oggi, in <br/><strong>Lasciare il lavoro</strong>? <strong>lasciare il lavoro</strong>?Lo sai meglio di me.Lavorare è uno schifo.E spesso non dipende dal <strong>lavoro</strong> in se.Magari il tuo <strong>lavoro</strong> ti piace anche, ammettilo <br/>Mollare Tutto e Riprendersi la <strong>Vita</strong> Ti racconto perchè ho deciso di mollare un <strong>lavoro</strong> tanto sicuro quanto avvilente, per iniziare un viaggio alla ricerca della mia <br/>Ci hanno insegnato che <strong>il lavoro</strong> nobilita l’uomo, che l’Italia è una nazione fondata sul <strong>lavoro</strong> e che dobbiamo imparare a studiare e prendere bei voti per <br/>News 24 Maggio 2017 ETJCA HA ORGANIZZATO A ROMA IL PRIMO CAREER DAY PER ADDETTI AI CONTACT CENTER. Orientamento al <strong>lavoro</strong>, raccolta di <br/>Numerose sono le testimonianze di italiani che, per <strong>cambiare vita</strong>, si sono trasferiti in Kenya, tra tutti spicca quella di Attilio Wanderlingh, giornalista che da <br/>Oggi capiremo insieme come vivere con meno di 500 euro al mese, o almeno come riesco io a spendere pochissimi soldi, sperando di potervi dare idee e spunti per capire <br/>menu :. editoriale :. archivio news :. appuntamenti :. <strong>chi</strong> siamo :. dove siamo :. la storia :. contatti<br/>ma dove sono i filosofi italiani oggi?! poco coraggiosi a servirsi della propria intelligenza e a pensare bene "dio", "io" e "l’italia", <strong>chi</strong> piu’ <strong>chi</strong> meno, tutti <br/>La crisi è una parola, un capro espiatorio. Non fraintendermi: l’Italia è arretrata e trovare un <strong>lavoro</strong> decente è difficile, soprattutto per i neolaureati.
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Splendido. stimolo per tutti. Call to action generale. Da rileggere più volte. Chi ci vede dentro discorsi economici non capisce la portata esistenziale, in questa epoca, di un libro come questo.

Un libro privo di qualsiasi consistenza, prosaico e che non dice nulla di nuovo: la libertà è data dal denaro, il coraggio non basta! L’impietoso riassunto che emerge dalle 1000 e 1000 elucubrazioni dell’autore è il seguente: se guadagnate meno di 1500 Euro al mese, siete single e non avete almeno 2 case di proprietà, scordatevi il downshifting! Se lo avesse quantomeno specificato in epigrafe, ci saremmo risparmiati il costo del libro! Attraverso le sue parole di condanna al sistema capitalistico e alla società basata sul denaro, Perotti dimostra di esserne rimasto inesorabilmente schiavo avendo basato la sua presunta libertà quasi unicamente sul proprio cospicuo patrimonio di partenza. Bravo Perotti, si fa presto a parlare coi soldi! E quindi: operai, impiegati e neo-laureati lasciate pure ogni speranza! La libertà è per pochi, come tutte le cose belle. Vivamente sconsigliato alla cosiddetta «generazione 1000 euro».

Il libro l’ho cercato tra gli scaffali di una libreria, la settimana scorsa. L’ho letto quasi d’un fiato, scoprendo, mentre lo leggevo, che ha avuto un enorme seguito mediatico quando è uscito. Io ne ho sentito parlare solo di recente. Sarà che cinque anni fa certi pensieri non mi sfioravano ancora. L’ho trovato interessante. Perotti non è l’unico a essersi posto certe domande e non è l’unico a proporre certe riflessioni, ma non mi sembra neppure che cerchi di farci credere di essere l’unico uomo illuminato sulla faccia della terra. Il libro cita altri autori, altre esperienze. Penso sia interessante perché, oltre a rilanciare determinate riflessioni, racconta una storia, che, come tutte le storie, racconta un punto di vista, quello di uomo forse non ricco di famiglia, come l’autore tiene a sottolineare, ma certamente benestante. Il pubblico a cui si rivolge è evidentemente un pubblico con un reddito medio-alto (verso la fine del libro, quando si parla del famigerato denaro, i conti vengono fatti su stipendi di 5.000, 3.000 e 1.600 euro mensili, che non sono esattamente gli stipendi medi in Italia). Pur non facendo parte di quel target, ho trovato comunque il libro interessante e penso che possa far riflettere anche chi, sensibile al tema, cerca di sbarcare il lunario con 800/1.000 euro al mese. Tutto sommato, mi verrebbe anche da dire che chi guadagna 800/1.000 euro al mese in un certo senso è avvantaggiato in questa operazione di downshifting rispetto a chi ne guadagna 5.000, perché è già abituato a un costante esercizio di gestione della precarietà. Come diceva Bob Dylan, «when you got nothing, you got nothing to lose». Sarebbe bello un giorno poter scrivere all’autore e dirgli che qualcuno ce l’ha fatta anche con 800/1.000 euro al mese.

Buona l’introduzione legata alle motivazioni che dovrebbero spingere una persona a lottare per un po’ più di liberta. Secondo me bisognava specificare sin da subito che il libro era rivolto dai ricconi in su. Mediocre la parte per chi vuole cambiare vita con uno stipendio di 1600 euro (medio ??!!!) diego

«Adesso basta» è un ottimo elemento di rottura, permette al lettore di liberarsi dalla «camicia di forza» cui è costretto dalla società e dal sentimento comune. Ma questo libro (da qui il voto medio da me espresso matematicamente contro l’ottimo voto che trapela dalla recensione scritta) lo si può davvero, realmente e pienamente apprezzare solo dopo aver letto la seconda fatica di Simone Perotti, «Avanti tutta». Prima di giudicare «adesso basta» leggette anche «Avanti tutta» ed ogni pagina del primo libro vi risulterà perfettamente chiara e percorribile.