|
L’autore mette in risalto la contraddizione che esiste tra il Dio onnipotente, il « Dio degli eserciti» ( Deus) dell’Antico Testamento e il Dio dei Vangeli che è un Dio d’amore e di misericordia. Scrive Mancuso: «la storia contemporanea scardina la tipica logica cattolica dell’ «et-et» e pone un implacabile « aut-aut»: onnipotenza o amore. Tenere insieme le due prospettive non è possibile se non a prezzo di disonesti sofismi». Se si vuole salvare il pensiero di Dio tra gli uomini, se non si vuole che Dio precipiti nell’oblio ( la morte di Dio) occorre, dice Mancuso, : « rivedere la visione teologica tradizionale del rapporto Dio-mondo, facendola passare dal verticismo della potenza all’armonia della relazione». In questi tempi mi sembra che Papa Francesco privilegi, al Dio biblico, il Dio misericordia, il Dio risanatore, il Dio amore, il Dio non-potenza, il Dio che tutti accoglie, insomma, il Dio dei Vangeli. Con Papa Francesco si « sente profumo di Vangelo». Quando l’arcivescovo di Genova, chiese a Don Gallo qual era « il suo teologo di riferimento
Vito Mancuso: positiva figura di filosofo - teologo che apre un nuovo orizzonte in questo appena avviato terzo millennio. Filosofia e Teologia, in Mancuso, sembrano raccordarsi così proficuamente, tanto da suscitare il dubbio che trattasi di una grande utopia, non facile da perseguire e/o guardare con il dovuto e auspicabile interesse. In ogni caso, il mirabile raccordo è da considerare come la messa a dimora di un seme di notevole e indiscussa vitalità verso cui l’Umanità dovrà prima o poi indirizzare una convinta, condivisa, seppure graduale attenzione. Non può esserci altra strada per l’Uomo, la cui potenzialità evolutiva, derivante dall’imperscrutabile processo che si è manifestato nell’Universo e che lo ha posto al suo vertice, è ragionevolmente e preferibilmente da interpretare in tal senso : tendere ad attuare il Bene Comune, dando risalto a quel tocco di «divino» che è nell’uomo, indipendentemente da illusioni, castighi o promesse di un mondo ultraterreno che la nostra mente è portata a costruire. Altro pregevole libro di Vito Mancuso che si sofferma specificatamente e con essenzialità, su quest’ultima tematica è «Questa Vita» : libro che proficuamente andrebbe proposto nelle scuole di ogni ordine e grado per contribuire ad un avanzamento civico della nostra degradata società.
Per curiosità ho voluto leggere qualcosa di questo teologo, considerato poco ortodosso rispetto all’insegnamento della Chiesa cattolica. Ho avuto difficoltà nella lettura, spesso saltare dei passi è stato un beneficio, perché mi stavo perdendo in un astrattismo francamente asfissiante. Mancuso non ha smosso il mio scetticismo,non mi è stato chiaro, crede in un Dio personale ed impersonale a seconda dei contesti, spiega l’origine del male come un prezzo da pagare per la libertà dell’uomo, nella quale evidentemente egli crede, ma allora non mi sembra neanche una posizione tanto originale. Mancuso cita anche un altro studioso anticonformista, Marco Vannini, verso il quale opera un distinguo, cita famosi fisici teorici, nomina pure il big bang, insomma mette tanta carne al fuoco ma personalmente non mi ha affatto colpito. Ho appena letto le obiezioni di Streminger alle varie teodicee, in un suo libro di una ventina di anni fa, le tesi di Mancuso non rispondono affatto a tali osservazioni, per cui il mio giudizio è negativo.
Questo ultimo libro del prof. Mancuso é un libro coraggioso,sì, infatti Mancuso si espone in prima persona e affronta tematiche dottrinali, teologiche, biblico-esegetiche e sociali. Non ha nulla a che fare con i suoi precedenti libri, solo verso la fine ricorda in parte il «Principo Passione».Vuole suscitare nel lettore nuove e serie riflessioni, invitandolo a cambiare maniera di guardare il creato,di superare certi steccati dottrinali, di non farsi schiacciare dai dogmi stabiliti dalla corte clericale, ma di essere un cattolico o cristiano pensante che tende di suo al bene e alla giustizia, dando così senso alla vita e al mondo, dove coabitano logos e caos, bene e male, ma solo da questo intreccio può nascere l’armonia relazionale necessaria. E’ un libro che va letto lentamente e attentamente. A mio modesto parere, é una pietra miliare nel panorama teologico italiano e non solo.