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Dopo lunga e penosa malattia

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Titolo: <strong>Dopo lunga e penosa malattia</strong></br></br>
Autore: <strong>Andrea Vitali</strong></br></br>
Editore: <strong>Garzanti Libri</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2014</strong></br></br>
EAN: <strong>9788811687436</strong></br></br>

<p>Sono le tre di notte del 4 novembre. Il dottor Carlo Lonati viene chiamato per un'urgenza, il paziente lo conosce bene. Attraversa sotto una pioggia micronizzata i cinquecento metri che lo separano dalla casa del notaio Luciano Galimberti, suo antico compagno di bagordi. Può solo constatarne la morte per infarto. Ma c'è qualcosa che non lo convince, e nelle ore successive arrivano altri indizi e i sospetti crescono. Il dottore non può fare a meno di indagare: vuole sapere se il suo vecchio amico è davvero morto per cause naturali. Per farlo, dovrà conquistare la fiducia della moglie e della figlia di Galimberti. E scoprire che la verità si trova forse sull'altra sponda del lago di Como. "Dopo lunga e penosa malattia" è l'unico giallo scritto da Andrea Vitali. E forse non è un caso che abbia come protagonista un medico sensibile e acuto. L'indagine è concentrata in una settimana, tra le esitazioni dell'improvvisato detective e il moltiplicarsi di tracce e confidenze, fino al colpo di scena finale.</p>
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Un libro molto cupo, buio, a tinte fosche. Un giallo che incuriosisce e si fa leggere in un’oretta, complice anche il numero esiguo di pagine. Sarebbe stato anche un bel libricino se non fosse per il finale, o meglio il non-finale perché non si capisce assolutamente come la storia si concluda. Poteva essere migliore.

il finale ti fa cadere le braccia. vitali non è giallista, a questo punto è chiaro. arriva una gazzella dei carabinieri e la scena si congela: per me: 1) il Lonati è spacciato (infarto) 2) i due complici dovranno riuscire a nascondere il loro coinvolgimento in una morte «accidentale». 3) la moglie del lonati telefona e nessuno risponderà. 4) la figlia dell’oste e la moglie del notaio non rimarranno a lungo «amiche» (!!??) (una finirà i soldi dell’assegno e l’altra realizzerà di essere un’assassina) 5) la terza donna telefonerà alla moglie del dottore e racconterà la propria storia. 6) il farmacista e la figlia del notaio rimarranno senza soldi a meno che non ricattino la madre-moglie del notaio. 7) il figlio del notaio ci fa la figura del fesso che non si era accorto di avere un padre donnaiolo e madre/sorella assassine …. uno schifo di finale = il vitali si era incartato e non sapeva come uscirne… si lascia il finale aperto quando non si riesce a chiudere una storia strampalata non «chiudibile» con successo.

Guai a voler considerare questo romanzo come un giallo. E’ vero, si deliena come un thriller eppure lo considero semplicemente un noir malinconico, buio, denso di nebbia. Il giallo è solo un pretesto ed il finale, poco convenzionale, ne è un fulgido esempio. Belli i personaggi nella loro staticità, altrettanto affascinanti i dialoghi secchi e l’ambientazione, dove a farla da protagonista è un lago immoto dall’ingombrante presenza. E chissà che la lunga e penosa malattia cui Vitali si riferisce non sia tanto quella del signor Luciano bensì, a ben vedere, proprio quella del protagonista…

Ho iniziato a leggere i libri di Andrea Vitali solo di recente. La mia - attuale - opinione: Vitali è un «grande» scrittore. Questo romanzo, inusitatamente noir per questo autore, è «stupendo». Questo scrittore dovrebbe dedicarsi maggiormente ai «gialli» (magari con un altro - o più di un altro - racconto che segua la storia di quello in esame), in quanto, evidentemente, all’altezza di altri grandi scrittori italiani, quali, ad esempio, Camilleri, G. Carofiglio, Malvaldi e Recami. Sì è vero, il finale del libro è troppo affrettato e con qualche punto inespresso un ottimo romanzo, tuttavia, è caratterizzato, oltre che da un «incipit in media res

Devo dire che è stata una delusione nonostante sapessi che questo libro è stato vendutissimo. Ho letto anche altri libri di Vitali, questo non mi ha entusiasmato più che altro per finale. Inoltre è stato pensato come un giallo, ma a mio avviso non lo è.