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Per certi versi uno dei romanzi migliori di O’Brian, per certi altri uno dei più deludenti. Strano ma vero per un romanzo del genere storico-marinaresco, in questo libro le avventure che si sviluppano sulla terraferma sono migliori di quelle marine. Estremamente avvincenti le peripezie di Stephen sia familiari che non, con lo scatenarsi dell’offensiva dei suoi nascosti avversari politici tanto attesa dai precedenti episodi apprezzatissimo il consueto riuscito spaccato storico e l’introspezione psicologica dei personaggi. Banalissima però la campagna contro i trafficanti di schiavi, ridotta a banalissimi scontri e ad altrettanto banali riflessioni accessorie sulla schiavitù, create quasi per necessità e un pò stentate e poco spontanee soprattutto in Aubrey. L’esito del combattimento al largo della baia di Bantry è, come al solito, già chiaro prima di essere letto: possibile che gli inglesi debbano inevitabilmente vincere sempre, quasi rientrasse nell’ordine naturale delle cose? Dopo molte tribolazioni anche i Francesi meriterebbero una piccola soddisfazione! Ed è mai possibile che i tanto schivizzati Irlandesi debbano essere sempre mandati a cuccia da un demagogo Maturin, con la solita storia pretestuosa dell’Unione e del male minore? Non dico di modificare il corso della Storia, certo, ma il guaio dei romanzi storici di questo tipo è che, per quanto riusciti possano essere, sono sempre scritti da autori anglosassoni. Anche la risoluzione eccessivamente improvvisa dei problemi di Stephen suona un pò da Deus ex machina. Un romanzo comunque dei migliori, per essere uno degli ultimi.
molto buono quasi tutto il romanzo, ma ci si aspettava forse un po’ più di «maturazione» del personaggio Jack Aubrey, che come ricorderete spesso si era dichiarato favorevole alla schiavitù e in questa missione viene mandato proprio a combattere la tratta: forse si poteva dedicare un po’ di spazio ai sicuri dubbi che avrà affrontato! peraltro, si ha l’impressione che dopo aver liberato la prima nave di schiavi, Jack sia giustamente sconvolto dalle condizioni dei neri, e che sia molto soddisfatto delle liberazioni successive, come se avesse cambiato idea. forse si poteva aprofondire la questione! purtroppo, la parte finale è enormemente deludente: Jack insegue una flotta francese per mezzo atlantico, ci si aspetta una battaglia navale leggendaria, toni epici e momenti di eroismo, ma…tutto si risolve in poche pagine!! comunque, nel complesso è un buon romanzo, sebbene sia un libro «di passaggio» tra lo splendido «fuoco sotto il mare» e l’ottimo «burrasca nella manica»
litrvo scorrevoli nella lettura con buone descrizioni non troppo lunghe ma precise sono avventure belle da leggere sto facendo la raccolta e vorrei sapere quanto manca alla fine. pero devono piacere le avventure e seguirle con la mete e vederle con la mente. IL film e stato qusi fedele nella ricostruzione.
Sempre grandissimo.Magari il libro non raggiunge proprio le vette di altri romanzi di Patrick ma trasmette sempre delle emozioni.Inoltre,quello che lo caratterizza è che O’Brian riesce a fare invecchiare i suoi personaggi in modo naturale (insieme con i lettori,purtroppo).Tremo al pensiero che presto giungeremo alla fine della collana ma anch’io la rileggerò come fosse la prima volta.