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Le cose sfuggono di mano a Lutero. Nelle sue preghiere incessanti chiede aiuto all’Eterno e domanda a se stesso cosa abbia intenzione di fare, se crede di essere solo lui nel giusto dopo un millennio e mezzo di Cristianesimo. Potrei ribaltare la domanda e chiedere: centinaia di milioni di Protestanti, hanno tutti torto? Il Pentecostalismo, la «confessione» religiosa che cresce a ritmi vertiginosi nel mondo, è di matrice schiettamente Protestante. Così come la Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno della quale mi onoro di farne parte e di esserne membro convinto. Lutero ha avuto torto dall’inizio alla fine, non era in grado di pensare, non capiva nulla di Cristo? Lutero all’inizio ha acceso solo un cerino, ma l’incendio è divampato gagliardo segno che i tempi erano maturi per un nuovo cammino religioso. Già secoli prima Bisanzio si era staccata da Roma, reagendo alle sue prepotenze. E che dire delle « eresie » in piena fioritura già nei primi anni dopo la morte di Gesù? I diecimila modi di intendere e di rapportarsi con il Divino non saranno mai imbrigliati da nessuna istituzione per quanto gigantesca questa possa essere. Dopo secoli di timidi tentativi di graffiare il muro del conformismo religioso, in quell’ottobre del 1517 il muro ha cominciato a crollare.Oggi i Valdesi, seppur in minoranza, ma con prospettive che potrebbero rivelarsi esaltanti, possono festeggiare l’irrompere dello spirito moderno nell’eterno dialogo e scontro con l’Eterno, piena di cose da dire e da fare in una religiosità contemporanea di cui ancora non scorgiamo con precisione i lineamenti ci penseranno i posteri.