La commedia di Charleroi Scarica PDF EPUB

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La commedia di Charleroi

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Titolo: <strong>La commedia di Charleroi</strong></br></br>
Autore: <strong>Pierre Drieu La Rochelle</strong></br></br>
Editore: <strong>Fazi</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2014</strong></br></br>
EAN: <strong>9788876254598</strong></br></br>

<p>Sono partito, non sono più ritornato, questa volta". Così chiude l'ultimo racconto di questa raccolta, scritta nel 1934, che ci svela il senso della guerra per Drieu La Rochelle: l'impossibilità di fare ritorno alle commedie della vita civile dopo aver provato il disgusto e l'ebbrezza del grande conflitto del '14-'18, che la tecnica ha reso ancor più disumano. Eroismo e viltà, esaltazione e disincanto, ideologia e cinismo si confondono nei personaggi della "Commedia, che narrano la loro esperienza sapendo di non poter essere creduti da chi nella pace è ansioso di ritrovare soprattutto le proprie illusioni. Come la signora Pragen, la borghese arricchita del primo racconto, che cerca le tracce del figlio sul campo di Charleroi, ma fugge la realtà di una guerra che, nei massacri di massa, ha perso anche le sue retoriche e le sue finzioni romantiche. E gli uomini che hanno vissuto il furore delle trincee sono già quelli che, incapaci di abbracciare una condizione diversa dallo stato d'eccezione, andranno a popolare le grandi mobilitazioni totalitarie del Novecento. In questo senso "La commedia di Charleroi", con la sua lingua intensa, oscillante tra lucidità e follia, è emblematica di uno scrittore che, al di là di ogni etichetta politica, ha fatto della propria opera e della propria sofferenza la testimonianza tragica del disagio di un'intera generazione. Introduzione di Attilio Scarpellini.</p>
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Sono rimasto deluso: forse mi aspettavo un altro libro, altre storie, qualcosa di simile a grandi classici del genere (Niente di nuovo sul fronte occidentale, Un anno sull’altipiano, Addio alle armi, etc.), giusto per capire di che che cosa sto parlando. E invece in questi racconti di reduci, familiari, conoscenti e sconosciuti mancano di capacità coinvolgente oltre a mostrare aspetti perlomeno discutibili. Forse il primo racconto «La commedia di Charleroi» che da il titolo al libro» ha quel qualcosa di più degli altri, ma nell’insieme il volume non mi pare meritevole: sconsiglierei.La cosa più bella per intensità e richiami che suscita è la bella copertina.

Ci sono persone che neppure di fronte all’Orrore riescono a comprendere l’idiozia delle proprie convinzioni. La Rochelle era una di queste persone. I racconti qui presenti, nessuno escluso, abbondano di allusioni malevole ad ebrei, di autoincensamenti classisti, di odi al nemico fraterno (?) tedesco. L’illusione decisamente protofascista di La Rochelle risulta fuori luogo, e decisamente disgustosa, nell’ambito di un teatro di guerra. Lo stile è roboante ed epico, ma il cuore è assente. Chissà se dopo aver collaborato con i nazisti nella seconda guerra mondiale, prima di suicidarsi col gas, La Rochelle avrà pensato che di fronte alla morte, forse, gli uomini sono tutti uguali? Ne dubito.

Di Drieu La Rochelle avevo letto con ammirazione, anni fa, «Racconto Segreto