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La comunicazione della diagnosi in caso di malattie gravi

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Titolo: <strong>La comunicazione della diagnosi in caso di malattie gravi</strong></br></br>
Autore: <strong>Robert Buckman</strong></br></br>
Editore: <strong>Cortina Raffaello</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2003</strong></br></br>
EAN: <strong>9788870787986</strong></br></br>

<p>Si deve dire la verità? Qual è il modo migliore di comunicare al paziente una cattiva notizia? Buckman propone una riflessione su un tema al quale finora è stata dedicata poca attenzione e, basandosi su anni di esperienza nell'ambito della pratica clinica e dell'insegnamento, fornisce le linee guida per affrontare il problema in modo "positivo". Obiettivo del volume, rivolto a tutti i professionisti della salute (medici, psicologi, assistenti sociali), è delineare strategie e migliorare le capacità comunicative, di grande importanza in questa delicata area della medicina.</p>
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Il dilemma della <strong>comunicazione</strong> di <strong>diagnosi</strong> e prognosi al paziente oncologico: malattia e morte si possono "dire"? Giampiero Morelli * "INformazione Psicologia <br/>Anno III, Numero II, aprile/giugno 2017. di ROBERTO NATOLI, Professore associato nell’Università di Palermo. Scarica il PDF della Nota. Nell’autunno del 1990 gli <br/><strong>malattie</strong> dell'esofago,<strong>malattie</strong> e tumori esofagei sintomi cura terapia <strong>diagnosi</strong> gastroenterologo,acalasia,spasmo esofageo diffuso,esofago a schiaccianoci, <strong>malattie</strong> <br/>Tutte le ultime news dal gruppo Allianz. Resta informato con Allianz.it su offerte, nuovi prodotti assicurativi e finanziari ed iniziative.<br/>Attualmente le condizioni della paziente sono stabili, ma restano <strong>gravi</strong>. Via | R.it Firenze  Ansa (s.s.) Due nuovi casi a Prato e Fano, bando per 800mila vaccini in <br/>Medianews "Music for the Rarites" - Concerto a Zugliano (UD) per le <strong>malattie</strong> rare  UN FUTURO PER AURORA - evento di beneficienza a Trieste  VIII Giornata <br/>Si prende cura dei pazienti colpiti da patologie causate da agenti infettivi: batteri, funghi e virus. Il reparto di degenza è formato da stanze singole con bagno <br/>Epatopatia alcolica. Con epatopatia alcolica si fa riferimento a diverse condizioni di alterazioni del fegato causate da un consumo eccessivo di alcol.<br/>PANCREATITI,PANCREATITE CRONICA,PANCREATITE ACUTA,<strong>MALATTIE</strong> APPARATO DIGERENTE,COMPENDIO <strong>MALATTIE</strong> DELL'APPARATO 
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E’ difficile che un medico scriva un libro, riconoscendo con tanta semplicità e onestà anche i propri errori. L’autore parte dai propri errori per sviluppare un pensiero profondo che arriva fino all’anima e che, alla pedissequa applicazione della filosofia cartesiana, preferisce mettere in scena non il sintomo, non la malattia, ma l’uomo nella sua interezza. L’uomo con le sue paure, le sue ansie, i suoi conflitti e le sue risorse. Dagli errori commessi quando è ancora un giovane assistente, alla capacità di insegnare, (quando è ormai divenuto docente universitario), agli studenti di medicina, l’importanza della comunicazione della malattia grave. La sua lettura del «sentire» del malato e dei familiari, fornisce uno spunto di riflessione che, nel mio ruolo di medico di famiglia e di psicoterapeuta familiare, di didatta dell’Istituto di Terapia Familiare di Treviso, non dimentico mai di citare, quando ogni anno vengo chiamato a tenere un seminario sulla relazione medico/paziente agli studenti di medicina del sesto anno dell’Università di Udine. La relazione medico/paziente, questa sconosciuta…E’ sconosciuta pure la medicina di famiglia presso le università dove ancora non viene istituzionalizzata, mentre nel resto d’Europa il suo insegnamento avviente in quell’ambito. C’è bisogno di porre l’accento sul «sentire» lasciato in disparte in questi anni, per far spazio alla frammentazione di una medicina onnipotente dove protagonista è il sintomo o la malattia ma mai l’uomo e dove le emozioni vengono sacrificate sull’altare di un’idea salvifica capace di negare perfino la morte. Ivano Cazziolato

E ORA CHE GLI DICO? Non esiste un modo migliore di comunicare la diagnosi, quando sappiamo che questa può sconvolgere la vita di chi ci ascolta. Ieri due mamme di bambini colpiti da una forma di tumore maligno mi hanno descritto tra le lacrime il modo con cui i medici avevano detto “non possiamo fare più niente”. Ai colleghi suggerisco il bel libro di Robert Buckman: “La comunicazione della diagnosi in caso di malattie gravi” (Raffaello Cortina Ed, 2003). Riflettendoci, eviterebbero di far soffrire persone già troppo segnate. Servirà a convincerli che il cosiddetto “counseling” fa parte delle professione del medico, perché scienza capace di tutelare le persone loro affidate. Da Salute (La Repubblica) febbraio 2003