|
Una nota di metodo e due di contenuto. Quella di metodo è che avrei molto apprezzato un apparato di note e di citazioni. Le citazioni ci sono, ma non ne è riportata la fonte, il che le rende meno utili. Forse l’intento era quello di non appesantire un volume che si voleva «popolare». Rispetto ai contenuti, ho molto apprezzato l’atteggiamento di rispetto della Mafai per tutte le donne, di qualsiasi parte politica, anche per la Petacci, per dire. Un rispetto, che - dopo tanto tempo - possiamo sicuramente «permetterci
La guerra delle italiane. Uno spaccato dell’Italia nel periodo della seconda guerra mondiale, testimonianze dirette di donne che l’hanno vissuto in prima persona. Un regime dittatoriale aiutato dalla Chiesa Cattolica che impovena la sudditanza della donna all’uomo che fosse marito padre o fratello, una questione morale si diceva, la donna e’ madre e moglie niente altro. Eppure quando gli uomini furono costretti ad andare al fronte a combattere, le donne furono considerate utili per lo sforzo bellico ma sempre ovviamente sottostando alle regole imposte dai cosidetti «padroni» perche’ le donne avevano dei veri e propri «padroni» all’epoca. Tutto questo sotto bombardamenti con carenza di cibo vestiario, terrore delle bombe terrore dei «padroni» per chi lavorava e terrore della fame per quelle che non lavoravano. Un libro che mi ha portato alla memoria alcuni comportamenti che ritenevo antidiluviani dei miei nonni e nonne, comportamenti ormai inscindibili con le loro vite. Un saggio stupendo per conoscere la guerra delle donne italiane.
La vita delle donne italiane negli anni della seconda guerra mondiale: contadine, casalinghe, operaie, insegnanti, ma anche personaggi famosi appartenenti all’alta società, come la sarta Biki, che continuava a produrre abiti sfarzosi anche durante gli anni del conflitto, e Claretta Petacci, l’amante di Mussolini che lo seguì ovunque e ne condivise la tragica fine. Donne che accolsero l’inizio della guerra quasi con allegria, come un’avventura emozionante, e poi si incaricarono di trovare il cibo sempre più scarso x le famiglie e i bambini, di proteggere i loro uomini dai rastrellamenti, si trovarono sotto i bombardamenti nelle città, sfollate nelle campagne. E alcune parteciparono anche, come staffette o combattenti, alla lotta partigiana. Il libro è anche uno spaccato della vita italiana negli anni ‘40: la donna moglie, madre, succube dell’uomo da amare, accudire, a cui lasciare ogni decisione. Non solo perché così voleva la dottrina fascista: era un comune modo di sentire. Ma la guerra cambiò le cose, responsabilizzando le donne in assenza degli uomini, dando loro un’indipendenza, nel campo familiare e lavorativo, a cui non avrebbero più rinunciato. Un racconto molto interessante soprattutto nella prima parte, che ci fa conoscere un tempo che non è più, appartenuto alle nostre madri o nonne, nella vita quotidiana delle famiglie italiane, meno nella seconda, in cui si parla, con voce inevitabilmente di parte, della resistenza antifascista, un argomento di cui si è scritto molto e si conosce quasi tutto. Manca forse un po’ troppo la presenza maschile, dando al libro un connotato sgradevolmente femminista.