Per chi suona la banana. Il suicidio dell'Unione Brancaleone e l'eterno ritorno di Al Tappone Scarica PDF EPUB

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Per chi suona la banana. Il suicidio dell'Unione Brancaleone e l'eterno ritorno di Al Tappone

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Titolo: <strong>Per chi suona la banana. Il suicidio dell'Unione Brancaleone e l'eterno ritorno di Al Tappone</strong></br></br>
Autore: <strong>Marco Travaglio</strong></br></br>
Editore: <strong>Garzanti Libri</strong></br></br>
Pagine: <strong></strong></br></br>
Anno edizione: <strong>2008</strong></br></br>
EAN: <strong>9788811740971</strong></br></br>

<p>Si parte dal marzo del 2007, quando ancora la rubrica di Marco Travaglio sull'"Unità" si chiamava Uliwood Party, governava, traballando, Romano Prodi. Si arriva al settembre del 2008: la rubrica si chiama Ora d'aria e sgoverna, anzi risgoverna Silvio Berlusconi, riesumato e rianimato dagli errori del centrosinistra. "Per chi suona la banana" racconta i dodici mesi finali dell'Unione Brancaleone e i primi sei del Berlusconi III. Con cadenza pressoché quotidiana, Travaglio registra fatti e dichiarazioni del teatrino politico-mediatico, richiama i suoi protagonisti alle loro dichiarazioni, denuncia storture e stupidaggini. È la pratica di un giornalismo che ha come linee guida la libertà e l'indipendenza - e infatti gli strali colpiscono imparzialmente a destra e a sinistra. Si tratta in primo luogo di informare, riportando alla memoria il passato e creando nessi illuminanti tra fatti e frasi in apparenza distanti. "Per chi suona la banana", finisce per portare alla luce alcune delle dinamiche profonde - e a volte desolanti - della recente storia patria. Solo da qui, tuttavia, solo acquisendo consapevolezza di difetti e storture, è possibile iniziare a cambiare, immaginare un paese e una politica diversi.</p>
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Marco Travaglio (Torino, 13 ottobre 1964) è un giornalista e saggista italiano, dal 2015 direttore de il Fatto Quotidiano. Le sue principali aree di interesse sono 
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Straordinario Travaglio! Una delle pochissime voci libere in questo paese che, grazie anche ad un’informazione prona e asservita alla classe politica, ormai totalmente avulsa dal contesto del Paese reale, sta scivolando verso pericolose derive costituzionali. Per chi vuole aprire gli occhi c’è Marco, che con i fatti ci sbatte in faccia la realtà, spesso anche con sferzante ironia (strepitoso l’articolo «Le solite palle

Travaglio ci traghetta da una sponda all’altra dell’Acheronte, con una vergata al giorno sulla schiena di noi che assistiamo interdetti all’inarrestabile scomparsa della nostra democrazia. L’ovvio tramonto della sinistra volontariamente impotente e il nuovo rigurgito sulla scena politica di purulenti omuncoli senza dignità, nè scrupoli, nè vergogna a rappresentarci. Il tutto raccontanto con la consueta tragica ironia. Un pittoresco quadretto dell’Italietta della seconda (evanescente) repubblica da tramandare ai posteri. Perchè non s’illudano esista limite al peggio.

Marco Travaglio si è trasformato da agguerrito cronista giudiziario a primo giornalista d’Italia.Questi editoriali al fulmicotone ne costituiscono l’ulteriore prova. Sono la bussola morale per guardare con distacco e disgusto al degrado, non solo economico, in cui i politici attuali hanno sprofondato l’Italia con intrighi di Palazzo e bavagli all’informazione nei mass-media. Travaglio è diventato l’interlocutore scomodo più detestato dalle mafie che infestano questo Paese. Adorato dai lettori,egli rappresenta il migliore erede di Indro Montanelli e della sua «VOCE» liberale.