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1996. Fondamentalmente e’ un libro di viaggio, e’ anche un libro consolatorio come sono spesso i libri dell’autrice ma piu’ che la stessa Yoshimoto e’ la visione della vita giapponese, anzi l’accettazione della morte e quella sorta di fatalismo di cui e’ permeato il loro modo di essere che, rusulta, alla fine dei conti, conosolatorio per noi. Leggendo ci convinciamo che se riuscissimo a vedere la vita cosi’ a lungoe non solo per la durata del libro, saremmo sicuramente meno angosciati. Questo come discorso generale enon relativo precipuamente a questo libro, che viene appunto ad essere un racconto di viaggio e quindi consigliato a chi ha in progetto di partire o e’ gia’ stato in Egitto, come tale non e’ molto esemplare o rappresentativo della Y. come scrittrice, e’ comunque una lettura piacevolissima che lascia un’intensa voglia di Nilo, pancacke egiziani e piramidi :-) «Le cose belle, brutte, commoventi o insignificanti, tutte le cose esistono nello stesso istante e il giorno dopo assumono una forma differente. Noi puntiamo la luce su ciò che vogliamo vedere, entriamo in quello spirito e ci avviamo verso quel punto». Sinceramente pero’ mi sfugge il senso del titolo, furbo, malizioso o anche con il significato di losco, non mi vengono in mente altre possibili traduzioni di Sly … che c’entra con il racconto ????
a me è piaciuto molto..forse è vero che non è uno dei migliori libri della yoshimoto..ma la parte descrittiva è perfetta..o forse esprime semplicemente quello che ho provato io andando in egitto..una terra meravigliosa..da scoprire e amare..forse doveva approffondire il vero tema centrale,quello dell’aids..è stata un po’ troppo «leggera» su questo..
Non concordo sul fatto che sia un brutto libro… Forse il fatto che la mia vita è per certi aspetti simile a quella dei protagonisti, mi fa pensare che l’autrice abbia centrato l’argomento! Per quanto riguarda la parte descrittiva…. Non la vedo sottoforma di appunti di viaggio…. Sfido chiunque ad andare in Egitto, senza particolare animo sensibile, e a notare le cose e le sensazioni riportate! Che sia una terra suggestiva, nulla da dire…. ma non sono molti, quelli che sentono le cose dette dalla Yoshimoto.
concordo sul fatto che SLY è sinceramente il peggior libro della Yoshimoto. nel postscritum si comprende il perchè, dato che il libro in origine era stato pensato come un piccolo racconto turistico della stessa autrice, un piccolo diario di viaggio. non c’è nemmeno la onnipresente introspezione psicologica così cara all’autrice