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Libro davvero bello, un viaggio alla ricerca di un uomo che forse non è mai esisitito, e che viene (forse) trovato seguendo il ricordo di un altro uomo che è esistito realmente ed ha lasciato una traccia significativa nella travagliata storia della Spagna ai tempi della guerra civile. E personaggi reali ed immaginari si alternano, per raccontare che non esiste storia più finta della realtà, e più vera della finzione. Non quando il gioco è condotto così abilmente, e con un finale così emozionante. Certo il tema del soldato eterno non è nuovo, e il viaggio non è esente da qualche forzatura, ma alla fine il bilancio è ampiamente positivo.
Un libro realmente interessante,soprattutto perchè pone l’attenzione su personaggi secondari della guerra civile,ma che in realtà hanno contribuito non poco alla nascita del falangismo spagnolo(Mazas).Questo libro narra di una guerra tremenda con lo stesso spirito con cui essa è stata combattuta..rappresenta la ricerca di una verità,la ricerca di un ideale per cui battersi e per continuare a sognare ancora.Trovo inoltre geniale raccontare la «storia»attraverso espedienti che ne rendano accattivante la lettura.
Il libro è nella media. Nel senso che non è brutto, si legge, ma non ti lascia molto. Parla delle ricerche di Cercas su Rafael Sanchez Mazas, falangista scampato a una fucilazione da parte dei repubblicani durante la guerra civile spagnola, e sul soldato repubblicano che lo lasciò fuggire pur avendolo trovato nel bosco durante una ricerca. Il problema è (sono solo giudizi di un lettore, prendeteli per ciò che valgono): 1) esistono libri che hanno tema simile, di molto, ma di molto, più belli (uno per tutti: Nera schiena del tempo, di Javier Marìas) 2) l’autore esprime alcuni commenti negativi su certi personaggi in modo troppo evidente, quasi con superbia, e sembra dileggiarne altri tra le righe è un po’ irritante perché sembra volersi sostituire al giudizio del lettore (un esempio per tutti, citato a memoria: «Hmmm. Che fame avevo! - disse Aquirre spolverando l’ultima briciola di formaggio sul piatto
è una storia che da grandi insegnamenti morali, e oltre a questo, un alto esercizio letterario che comprende un complicato schema narratologico tutto da scoprire e risolvere. forse è un po’ forzato il tentativo di far coincidere il miliziano con l’anziano Miralles, ma se si legge il libro in profondità ci si accorge che questo non conta, perchè ciò che conta è raccontare la storia da più di una prospettiva, quindi non solo quella falangista, ma anche quella repubblicana.