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Caro Maestro, inutile rinnovare complimenti più che meritati. Mi consenta invece una blanda, amichevole critica. Ancorché suo appassionato lettore e sincero ammiratore, non essendolo de l’Unità solo adesso ho preso visione del suo commento a proposito dell’articolo di Panebianco sul Corriere del 19 gennaio, che ho trovato nella raccolta “Un inverno italiano”. Sul punto mi duole dissentire dalla sua posizione, poiché concordo perfettamente con quella di Panebianco. I palestinesi di Hamas hanno scientemente immolato migliaia di civili, nascondendosi presso scuole, ospedali, luoghi densamente popolati, per sbatterli sulle prime pagine di tutta l’informazione internazionale (non avevano alcuna necessità di propri mezzi di informazione, Gaza non è come l’Iran, la Cecenia o il Tibet, la tv israeliana è la prime a dare le notizie con rigore ed imparzialità). Vede, caro Maestro, con lei concordo sul fatto che la guerra cosa fitusissima è: però, come tutte le cose fituse, alle volte non si può proprio farne a meno. Solo che la guerra si può farla da uomini, come la fecero i partigiani contro i tedeschi da ominicchi, come certi generali che mandano i propri uomini al macello o da quacquaracquà, come gli “eroici” combattenti di Hamas.
Nel clima sempre più livido che gli Italiani vivono,sotto una cappa di conformismo e propaganda dei TG, e media intimiditi dal potere al Governo, Andrea Camilleri ha commentato la regressione civile degli ultimi mesi. Astenersi dalla lettura mielisti e terzisti corrierizzati.