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Non è un brutto libro. Direi che è giovane e per i giovani.Narrazione leggera e sentimenti in cui è facile riconoscersi, ben adoperati per dirci anche della storia recente dell’Iran, delle restrizioni e costrizioni del regime, tanto più assurde in quanto confrontate all’occidente in cui si svolge buona parte del racconto. La fatica del cambiamento, dell’adattamento, della ricerca del giusto posto da dare al passato. La parte migliore del passato che ci si offre come possibilità di incontro con l’altro.E’ delle tradizioni del Paese - che la madre impersona pur con le sue contraddizioni - che l’autrice narra con amore e un po’ d’orgoglio, come di valori che, se vissuti con sensibilità e intelligenza, portano alla conciliazione di mondi lontani, a prendere quanto nel nuovo c’è di meglio.
questo romanzo si legge molto facilmente e volentieri, e la storia fa venire voglia di fare un bel viaggio in iran, paese descritto con grande affetto, soprattutto nelle sue parti culinarie ed enogastronomiche! non do 4 punti ma solo 3, per 2 motivi: 1. qualsiasi libro letto subito dopo essere passati da la famiglia karnowsky e l’ultimo della ferrante… sembra acqua fresca! 2. a tratti la storia risulta un po’ banalotta e prevedibile, soprattutto dopo un inizio molto ironico e divertente che invece faceva presagire una svisa particolare! ma nonostante questo è un libro che sicuramente consiglio!
L’inizio è brioso e accattivante ma poi il romanzo prende tutt’altra direzione e diventa un lungo racconto incentrato sulla protagonista che, con la figlia , torna in Iran alla ricerca delle proprie radici.Mi dispiace ma a questo punto mi è sembrato noioso e scontato.
Un romanzo fantastico per riscoprire come gestire, con simpatica tenerezza, gli alterchi e le differenti aspettative nel rapporto madre-figlia, ma anche un modo per conoscere lo stile intensamente magico ed umoristico con il quale la scrittrice iraniana, Marjan Kamali, ci parla del suo Paese e di come i migranti, sfuggiti al governo rivoluzionario di Saddam, continuano a vivere nel resto del mondo. In particolare, il romanzo approfondisce il tema «caldo» USA-Iran. È un romanzo con il quale ridere e piangere, che, con lo stile della commedia romantica, descrive la cultura, i colori, i profumi e la realtà dello spaesamento vissuto dai migranti, costretti ad abbandonare la loro Patria per adattarsi a vivere altrove. L’integrazione è sempre difficile e, nonostante l’apparente inserimento, manca sempre quel qualcosa che si acquisisce dalla nascita, quel senso di «sentirsi come a casa».