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essendo cresciuto proprio nella via di Pietralata penso che Pierpaolo Pasolini ha saputo raccontare - usando un dialetto che non gli apparteneva - esistenze prima ignorate come nemmeno un romano avrebbe saputo fare. Quest’uomo aveva una sensibilità nel recepire e una facilità nel riportare straordinarie. Pur essendo il seguito di RAGAZZI DI VITA lo reputo più bello (capita raramente che un atto secondo sia anche meglio del primo). Dipendesse da me si parlerebbe più di Pasolini e meno di Fellini.
L’EPICA DI TOMMASO PUZZILLI.LA STORIA DI UNA SOFFERENZA E DI UNA EPOPEA DI STENTI MAI NASCOSTI,SOTTO IL CIELO PLUMBEO DI PIETRALATA E SULLO SFONDO INQUIETANTE DI TANTA POVERTA’ ,MISERIA, EMARGINAZIONE.TANTO PIU’ VEEMENTE RISPETTO AI RAGAZZI DI VITA, POICHE’QUI SUBENTRA L’ARROGANZA ,QUI CI VIENE SBATTUTO IN FACCIA LO STRAFOTTENTE BULLO POVERO DI PERIFERIA CHE VUOLE IMPORRE SE STESSO,IL RAGAZZO DI STRADA SI FA IMPERIOSO ,PREPOTENTE ,A VOLTE PERICOLOSO,ED ECCO CHE OSCILLA DAI GIARDINETTI DELL’ESEDRA E DAI CINEMA PER RIMORCHIARE UOMINI AI BAR DI PERIFERIA PER INGANNARE IL TEMPO,NON SI FA SCRUPOLI.USA ANCHE ARMI PER ESTORCERE QUELLO CHE SECONDO LUI GLI E’ DOVUTO,NEANCHE I COMPARI DEL GRUPPO SI TIRANO INDIETRO:QUI NON CI TROVIAMO PIU’ DAVANTI A «PISCHELLI POCO PRATICHI
Come lascia giustamente intendere la citazione di Gadda, riportata sulla copertina della edizione Garzanti, si tratta di uno dei capolavori assoluti della nostra letteratura del 900. La sua lettura dovrebbe essere resa obbligatoria negli ultimi anni delle nostre scuole superiori. E’ giunto il momento di affrancare la figura di Pasolini dagli aspetti tragici della sua fine. La commiserazione non restituisce al suo genio intellettuale totale quella importanza e quella posizione che invece le spettano all’interno della nostra cultura. Il romanzo esprime innanzitutto la potenza e il rigore filologico che l’intellettuale era in grado di esprimere. E’ un romanzo che registra con fedelta’ assoluta, quasi fotografica, un’epoca, una lingua, una citta’, una fase della nostra storia comune e le consegna intatte, rigorose, pure alle visioni e alle interpretazioni successive. Ma «una vita violenta» e’ anche un romanzo di cupo realismo coniugato a commoventi e inarrivabili immagini liriche che si susseguono con regolarita’ e abbracciano con affetto il lettore. Chi vuole conoscere la storia recente del nostro paese deve passare necessariamente per Pasolini e attraverso questo romanzo.
Non ricordo se durante il secolo appena trascorso,almeno per quanto riguarda la storia culturale italiana, vi sia stato un uomo capace come Pasolini di arrivare a punti così alti in discipline intellettuali tanto lontane come forma quanto vicine come contenuti.Poesia, teatro, cinema, letteratura, giornalismo: un universo umanistico infinito che lo ha visto eccellere sopra tutti ante e post mortem. Per questo libro, il parallelo immediato in grado di dare una spiegazione ai misebili fatti raccontati, è quello sociologico positivistico di essere tutti il prodotto dell’ambiente in cui siamo cresciuti.Il luogo prima dell’uomo. Ed eccolo il luogo dove una dozzina di ragazzi romani nasce, si «forma