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Che libro deludente. Mi aspettavo di leggere qualcosa di alternativo su Socrate (e questo libro di sicuro lo è) ma una volta che ho terminato il volume ho notato anche che non aggiunge nulla alla riflessione nè segue una ratio argomentativa utile o (addirittura!) sensata. Mi sono davvero pentito di averlo comperato. Non gli dò il voto minimo solo per rispetto nei confronti dell’autore.
Ho letto il libro tutto d’un fiato perché è divertente e istruttivo. Di sicuro questo Socrate non è noioso come quello che ho studiato al Liceo.
Basterebbe dire che il recentissimo libro del filosofo Pietro Emanuele sia, se lo si legge come una storia romanzata, un piacevole testo per tutti i gusti. Ma questo non basta in quanto, attraverso un’avvincente e divertente struttura narrativa, l’Autore propone anche un’originale e interessante riscrittura di una delle fondamentali pagine della filosofia. In una Atene dalle mille sorprese e in cui anche le donne (normalmente escluse dai trattati di filosofia) rivestono un non secondario ruolo svolge, infatti, la sua opera un Socrate “shakespeariano” e antirazionalista. Non fatevi, dunque, ammaliare dalle ingannevoli e scioccanti provocazioni esposte con notevole capacità espressiva: Socrate ne esce bene perché appare come effettivamente egli è e vuole essere. Quelli che hanno la peggio sono, invece, tutti coloro che, successivamente, hanno volutamente ignorato alcune scomode testimonianze e hanno interpretato gli innegabili difetti e stranezze, con i quali si accompagna l’indiscussa genialità socratica, come atteggiamenti improntati ad istanze teoretiche e li hanno utilizzati per la costruzione di autentiche dottrine filosofiche, morali e teologiche.